10 domande frequenti sulla sordità genetica

Di seguito alcune delle domande frequenti poste da pazienti e professionisti sulla sordità di origine genetica. Per la scheda clinica completa sulla sordità genetica potete cliccare qui.

  1. Né io né il mio partner siamo affetti da ipoacusia né abbiamo parenti affetti da sordità. Abbiamo comunque un rischio di concepire un figlio affetto da sordità congenita?

Sì. Esistono molte forme di sordità geneticamente determinate, sia sindromiche (in cui cioè la sordità è associata a malformazioni dell’orecchio esterno e/o di altri organi e tessuti) che non sindromiche. La maggior parte dei casi di sordità congenita non sindromica è a trasmissione autosomica recessiva, nella quale i soggetti affetti nascono da genitori affetti o portatori sani. Nella popolazione generale la frequenza dei portatori sani della forma più frequente di sordità genetica (cosiddetta DFNB1, causata da mutazioni del gene GJB2) è di circa 1 su 33 (cioè, ogni 33 persone, una è portatrice sana di sordità genetica). Nel complesso, la probabilità che due portatori sani di DFNB1 si incontrino è circa  1 su mille. DFNB1 a parte, esistono molte altre forme di sordità congenita a trasmissione autosomica recessiva. Inoltre, anche la sordità a trasmissione autosomica dominante e la sordità a trasmissione mitocondriale, a causa del fenomeno della penetranza incompleta, possono essere latenti in uno dei genitori, ma manifestarsi in modo sintomatico nei figli.

  1. Qual è la probabilità per una coppia di concepire figli affetti da sordità congenita?

Andiamo per tipologia di trasmissione:

Forme a trasmissione autosomica recessiva: se entrambi i genitori sono portatori sani dello stesso sottotipo genetico di sordità a trasmissione autosomica recessiva (ad esempio, DFNB1), la probabilità di concepire figli affetti è del 25% ad ogni concepimento ed indipendentemente dal sesso del nascituro.

Forme a trasmissione autosomica dominante: se uno dei due genitori è portatore asintomatico di una forma a trasmissione autosomica dominante, la probabilità di trasmettere la mutazione alla prole è del 50% ad ogni concepimento ed indipendentemente dal sesso del nascituro. La probabilità che il figlio che ha ereditato la mutazione sia sintomatico (sviluppi cioè la sordità) dipende dal gene, dal tipo di mutazione e dal livello di penetranza rilevato per quel determinato sottotipo genetico.

Forme a trasmissione mitocondriale: una madre portatrice sana di sordità mitocondriale ha una probabilità variabile di concepire figli maschi affetti. La probabilità dipende dal carico mutazionale trasmesso al figlio (cioè dal numero di molecole di DNA mitocondriale mutate che vengono trasmesse). Le figlie femmine saranno invece portatrici sane.

Forme a trasmissione X-linked: un padre affetto da sordità a trasmissione X-linked potrà concepire figli maschi sani e figlie femmine portatrici sane (o blandamente affette). Una madre portatrice sana di sordità X-linked, insieme a un partner non affetto e non portatore, potrà, ad ogni gravidanza, concepire una figlia femmina non affetta e non portatrice (25%), una figlia femmina portatrice sana (25%), un figlio maschio affetto (25%) o un figlio maschio non affetto e non portatore (25%).

Il rischio delle coppie di soggetti non affetti e senza familiarità per sordità è di 1 su 1.000 (0,1%).

  1. Cosa posso fare per ridurre o eliminare la probabilità di concepire un figlio affetto da sordità ereditaria?

Non è possibile escludere a priori tutte le possibili cause di sordità genetica. La sordità ereditaria è una delle condizioni clinicamente e geneticamente più eterogenee che esistano. Alcuni autori sostengono che mutazioni causative di una qualche forma di sordità (sindromica o non sindromica) possano insorgere in almeno l’1% di tutti i geni umani. Dopo attenta valutazione in sede di consulenza/visita genetica, è tuttavia possibile eseguire alcuni screening per le mutazioni più frequenti, come ad esempio le mutazioni del gene GJB2 (connessina 26) che causano il sottotipo DFNB1. Tramite il sequenziamento di grandi pannelli NGS, eventualmente basati sull’esoma o sul genoma, è inoltre possibile escludere la presenza di mutazioni note in moltissimi altri geni. Anche dopo aver eseguito uno screening genetico di questo tipo, tuttavia, permane la possibilità che il soggetto sia portatore di una mutazione-malattia non identificabile a priori. Tale rischio residuo è dovuto ai seguenti fattori: (1) presenza di una mutazione non identificabile al sequenziamento (ad esempio, una CNV – Copy Number Variation –: si stima che mutazioni di questo tipo siano presenti in almeno il 15% dei pazienti); (2) presenza di una mutazione a significato incerto: per via delle loro caratteristiche molecolari, alcune mutazioni, se identificate in un soggetto sano, restano di significato clinico ignoto e non possono dunque essere segnalate come patogeniche; (3) presenza di una mutazione in un gene non ancora associato a sordità congenita.

  1. Vale dunque la pena procedere agli screening preconcezionali per la sordità?

Non è facile rispondere a questa domanda. Fermo restando quanto esposto sopra, e cioè che il rischio si può ridurre ma non abbattere, la scelta resta personale e affidata alla sensibilità della coppia. Va comunque tenuto presente che alcuni screening genetici preconcezionali includono anche altre patologie genetiche e possono dunque recare un vantaggio o un interesse aggiuntivo, specialmente in presenza di familiarità specifica.

  1. Quali tipi di screening preconcezionali esistono per la sordità congenita?

Esistono analisi che includono le mutazioni più frequenti del gene GJB2 (connessina 26), altre che offrono il sequenziamento intero del gene GJB2. Breda Genetics offre lo screening di un intero pannello di geni, incluso GJB2, i geni mitocondriali e tutti gli altri geni nucleari attualmente descritti in letteratura nelle forme autosomiche recessive, dominanti e X-linked per un totale di 102 geni. Poiché l’analisi è basata sul sequenziamento dell’intero esoma, è possibile procedere allo screening del portatore anche per altre patologie genetiche. In assenza di familiarità positiva per casi di sordità, l’analisi è mirata all’individuazione delle sole mutazioni notoriamente patogene o molto verosimilmente patogene (ad esempio mutazioni non-senso), mentre non vengono ricercate né riportate le mutazioni di significato incerto. Per saperne di più: sordità ereditaria non sindromica.

  1. Che differenza c’è fra sordità e ipoacusia?

Ipoacusia è un termine utilizzato per indicare in modo generico la riduzione della capacità uditiva al di sotto della soglia di normalità. Il termine sordità viene spesso utilizzato per indicare il deficit uditivo di tipo grave o profondo o l’assenza completa della capacità uditiva. Talvolta i termini vengono utilizzati in modo interscambiabile.

  1. La sordità genetica è clinicamente stabile o tende a peggiorare?

Esistono forme genetiche clinicamente stabili e forme genetiche clinicamente progressive, che tendono a peggiorare con l’età. La sordità a trasmissione autosomica recessiva è tendenzialmente più grave, ma stabile, mentre la sordità a trasmissione autosomica dominante può essere più lieve, ma è tendenzialmente progressiva. Eccezioni esistono in entrambi i casi.

  1. La diagnosi prenatale può migliorare la prognosi?

Come nella maggior parte delle patologie, genetiche e non, la diagnosi precoce è molto importante allo scopo di prendere tempestivamente misure preventive e terapeutiche. In molti casi di sordità, specialmente di grado profondo, è possibile ottenere il miglioramento della funzione uditiva tramite l’impianto cocleare. Prima di procedere all’impianto è necessario formulare una diagnosi clinica precisa sostenuta, se possibile, anche dalla conferma genetica.

  1. È possibile individuare la sordità congenita tramite l’ecografia fetale?

Non è possibile diagnosticare la sordità tramite l’ecografia. Alcune sindromi (che possono includere nel loro spettro clinico anche la sordità) possono tuttavia essere sospettate grazie alla presenza di segni ecografici specifici.

  1. È possibile correggere il difetto genetico ripristinando così la funzione uditiva normale?

No, la terapia genica per l’ipoacusia non è attualmente disponibile. Non è dunque possibile intervenire direttamente sul difetto genetico, né in epoca postnatale né in epoca prenatale.

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