Cos’è la CAVD?
L’assenza congenita dei vasi deferenti (CAVD), anche nota come CBAVD (quando è bilaterale), è una condizione genetica dovuta al mancato sviluppo o allo sviluppo parziale dei dotti deferenti, il cui compito è quello di trasportare lo sperma. La CAVD è una delle principali cause di azoospermia ostruttiva, a sua volta responsabile di numerosi casi di infertilità maschile.
L’azoospermia ostruttiva è l’assenza degli spermatozoi nell’eiaculato, dovuta ad un’ostruzione fisica delle vie seminali.
La CAVD è presente in circa l’1%-2% dei maschi infertili e, dal punto di vista clinico, è caratterizzata da azoospermia totale o oligospermia severa, ipoplasia/aplasia/atrofia o fibrosi di uno o entrambi i dotti deferenti e ridotto volume dell’eiaculato. Lo sviluppo testicolare e la spermatogenesi sono generalmente normali.
La diagnosi di CAVD viene fatta in soggetti maschili che presentano azoospermia, assenza dei vasi deferenti alla palpazione e identificazione di varianti patogene di CFTR CAVD-relate.
Quali sono le cause delle CAVD?
Nella maggior parte dei casi (80%-98%), la CAVD è una condizione genetica autosomica recessiva dovuta a mutazioni nel gene CFTR, lo stesso che causa la fibrosi cistica. Recentemente è stato scoperto che anche mutazioni emizigoti nel gene ADGRG2 possono causare CAVD. In una piccola porzione di pazienti, non vengono però identificate mutazioni in questi geni e la causa rimane sconosciuta.
Genetica di CFTR e CAVD
Nei pazienti con mutazioni in CFTR, la CAVD può presentarsi associata ad altri sintomi lievi (in questo caso si parla di malattie CFTR-relate) o in forma isolata.
Le mutazioni di CFTR vengono suddivise in 6 classi, a seconda dell’effetto della mutazione sulla proteina: (I) assenza di sintesi della proteina; (II) difetti nel processamento della proteina (come la p.ΔF508); (III) gating del canale; (IV) conduzione del canale; (V) ridotta quantità; (VI) ridotta stabilità. Di solito, le mutazioni di classe I, II e III sono considerate severe perché portano alla perdita quasi completa della funzionalità della proteina, mentre quelle di classe IV, V e VI sono considerate “lievi”, perché garantiscono un’attività proteica residua.
Spesso, i pazienti con CAVD hanno un’eterozigosi composta tra una variante severa di CFTR e una variante patogena lieve o due varianti lievi. In particolare, gli alleli più frequenti nei pazienti caucasici con CAVD sono la p.ΔF508 (con una frequenza del 13-21%), il polimorfismo 5T (con una frequenza del 22-29%), e la mutazione missenso p.R117H (con una frequenza del 2-4%).
In caso di CAVD, è possibile diventare padri?
Fino a qualche anno fa, i pazienti con CAVD non potevano avere figli. Ad oggi, grazie alla progressione delle tecnologie di procreazione medicalmente assistita è possibile che questi individui abbiano dei figli. Infatti, spesso i pazienti con CAVD hanno una funzione spermatogenica normale. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che, dal punto di vista fisico, possono avere non solo l’assenza dei dotti deferenti, ma anche assenza di segmenti di epididimo o tessuto epididimale indurito. Invece, la cima dell’epididimo, derivando avendo un’origine embriologica differente, è quasi sempre presente.
Nel tempo sono state sviluppate numerose procedure che consentono di estratte lo sperma dall’epididimo o dai testicoli. Queste includono il Prelievo Microchirurgico Epididimario di spermatozoi (MESA), l’Aspirazione Percutanea Epididimaria degli spermatozoi (PESA), il Prelievo Testicolare di Spermatozoi (TESE) e l’Aspirazione Percutanea testicolare degli spermatozoi (TESA). È importante sottolineare che gli spermatozoi ottenuti da un sistema di dotti cronicamente ostruiti o prima della completa maturazione nell’epididimo, tendono ad avere una minor motilità è per questo è consigliato utilizzare la tecnica ICSI rispetto ad altri sistemi di fertilizzazione in vitro.
Rischio di ricorrenza di FC nella prole di pazienti con CAVD
Prima di procedere con le tecniche di riproduzione assistita in coppie in cui il partner ha CAVD è sempre consigliato eseguire una consulenza genetica. Questo avviene perché, a causa della possibilità di trasmissione di mutazioni di CFTR, il rischio di ricorrenza di fibrosi cistica è maggiore ed è strettamente legato al genotipo della partner. Se la partner non ha mutazioni in CFTR, allora il rischio di ricorrenza è stimato essere al di sotto dell’1%, ma se la partner fosse portatrice, è importante procedere con la diagnosi genetica preimpianto. Per ridurre il rischio di ricorrenza di fibrosi cistica, non è sufficiente fare uno screening per le mutazioni frequenti ed è fortemente consigliato anche eseguire il test per la ricerca di grandi delezioni/duplicazioni in CFTR, che per quanto rare, possono essere presenti.
Citazioni
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OMIM Phenotypic Series – PS277180